Le elezioni sono alle porte. La campagna elettorale è lanciata e ha rapidamente assunto toni poco utili a disegnare una prospettiva di sviluppo utile all'Italia: personalismi, rivendicazioni volte al passato, tatticismi sulle alleanze, demagogia, miope attenzione alle formule fiscali.
Da programmi e propaganda elettorale, salvo limitate eccezioni, brilla per generale assenza un disegno sul modello di sviluppo per il Paese, sulla sua collocazione internazionale, su temi come pace, coesione sociale, ambiente, cultura.
Tra i temi latitanti nei confronti e nelle agende per i prossimi 5 anni l'agricoltura sconta probabilmente la maggiore disattenzione:è probabilmente finita l'epoca in cui rappresentava un bacino elettorale appetibile. L'agricoltura resta però l'attività economica (sociale, culturale, ricreativa) che più si interfaccia con il territorio fisico ed ecologico, con le risorse naturali, con le dotazioni idriche, con il paesaggio. È l'attività su cui si ancora buona parte della sicurezza alimentare del Paese e del residuo Made in Italy.
Quali orizzonti offre la politica all'agricoltura? E quali orizzonti offrono le diverse forme di agricoltura alla politica?
AIAB, con l'avvicinarsi della scadenza elettorale, ha inteso rispondere a questi quesiti. Portatore di un preciso modello per il sistema agroalimentare, AIAB ha deciso di offrire un Decalogo di proposte a coalizioni, liste e singoli candidati fondate sull'adozione e sostegno del biologico e sulla cornice della sovranità alimentare. Chiede, a sua volta, che questi punti siano adottati con impegni vincolanti, sottoscrivendoli, in toto o in una loro parte, formalmente e prestandosi a una verifica nel corso della prossima Legislatura. >> Continua a leggere